Intervista alla GTT
INTERVISTA AGLI UFFICI DI GTT
Venerdì 20 marzo, alcuni portavoce del nostro progetto relativo al monitoraggio del rinnovo del
parco automezzi, si sono recati in via Santa Teresa per partecipare a una conferenza dove abbiamo
incontrato altri studenti che hanno esposto il lavoro fatto finora con l’aiuto di Open Coesione.
Dopo aver contattato la GTT, è stato fissato un incontro per il 16 aprile con il responsabile generi
di manutenzione Vincenzo Sasia in via Manin 17 dove sono presenti gli uffici della GTT e un
deposito di veicoli. Siamo stati ricevuti e condotti nell’ufficio dell’ingegner Sasia dove lui e un suo
collega, Domenico Reggi, che dopo trent’anni al servizio della GTT ora si occupa degli aspetti
normativi dell’azienda, hanno gentilmente risposto alla maggior parte delle nostre domande.
In compenso ora sappiamo che la sostituzione è avvenuta per i pullman euro zero e pre euro zero
in maniera progressiva e si è concentrata su tre tipologie di autobus: urbani, con un costo di circa
200 mila euro tra il 2009 e il 2012; suburbani ed extraurbani, con il costo di circa 185 mila euro. I
pullman più vecchi, ovvero i primi acquistati, avevano costi maggiori poiché le tecnologie
impiegate per renderli ecosostenibili erano una novità appena uscita sul mercato.
Nonostante gli alti costi la GTT ha avuto molti ritorni positivi, come quello di diminuire l’età
media della flotta, gli anni di garanzia (3 o 4) nei quali i guasti sono coperti dal fornitore e in
generale si ha riscontrato un minor bisogno di manutenzione per i motori. È stato anche rilevato un
miglioramento nell’inquinamento acustico, il rumore all’interno dei bus infatti non supera i 62 db,
risultando inferiore ai limiti di legge.
Al contrario, il rumore verso l’esterno non è regolato da nessuna normativa, ma nonostante ciò la
GTT si è impegnata per diminuire l’inquinamento acustico del motore. L’unico problema
riscontrato dai cittadini sono gli annunci per gli ipovedenti alle fermate, essi però non possono
essere evitati in alcun modo essendo una normativa obbligatoria. Non sappiamo nulla riguardo a
un eventuale incremento dei passeggeri, ma i nuovi bus sono certamente più confortevoli e sicuri,
infatti dal 2003 essi sono dotati di un sistema di video sorveglianza che punta anche a far diminuire
il numero di vandalismi commessi sui pullman.
In generale il costo dei consumi tra vecchi e nuovi autobus è analogo, in quanto i vecchi bus
erano privi di climatizzazione, ma distinguendo gli autobus nelle categorie elettrici, ibridi, a
metano e a gasolio possiamo notare le differenze che sono presenti tra queste tipologie.
Come primo costo d’acquisto i bus elettrici sono i più cari, questo costo però viene ammortizzato
nel tempo in quanto essi non necessitano di grande manutenzione, fatta eccezione per il cambio
delle batterie che, inizialmente, con quelle a “piombo gel” avveniva ogni 2 anni, mentre adesso
con quelle al litio avviene ogni 67 anni. Altro componente soggetto a manutenzione sono le
bombole per gli impianti a metano, che hanno però bisogno di speciali infrastrutture per essere
revisionate.
Per quanto riguarda i bus a gasolio, la tipologia più vecchia, ma anche la più vantaggiosa come
costo iniziale, si ha un grande dispendio per il carburante, mentre per quelli a metano, seppur più
costosi come primo acquisto, si spende di meno per l’alimentazione. La tipologia degli ibridi è una
via di mezzo tra gli autobus elettrici e a metano, anche rispetto ai costi.
Attualmente sono presenti 1100 autobus urbani e 300 bus extraurbani di cui 283 sono i nuovi
acquisti che costituiscono il 25% del parco automezzi e che hanno percorso il 40% dei km totali di
tutta la flotta. Il dato può sembrare basso, ma, come ci hanno spiegato, si sta puntando a utilizzare
di più i nuovi bus in quanto hanno maggiori comodità per gli utenti e si guastano con meno facilità.
Il resto del parco automezzi, per quanto riguarda i bus urbani, è composto da: 26% di bus a
metano; 20% di bus euro due; 25% euro 34; 2% bus elettrici.
Alla nostra domanda su come l’azienda monitora l’abbattimento degli inquinanti, l’ingegner Sasia
ci ha rivelato che anche altri utenti avrebbero voluto conoscere questo tipo di dati, ma in realtà,
nonostante vengano monitorati, non sono resi pubblici e accessibili.
Ci ha però detto che l’azienda stava provvedendo a migliorare la sua trasparenza in quest’ambito e
che il monitoraggio avviene sul kilometraggio fatto con le emissioni confrontate con kg di PM10
ed euro due emessi in base alla tipologia di autobus.
La GTT, oltre al progetto che stiamo monitorando ne ha fatti anche altri, per esempio un grosso
intervento che ha permesso di rendere a norma di legge i bus euro due abbassandone le emissioni
con l’applicazione di un filtro ai vecchi motori. Questo ha permesso a 100 bus euro due di venir
equiparati a bus euro cinque che ora costituiscono il 50% della flotta.
Attualmente è in corso un altro progetto promosso nel 2014 dalla regione che ha stanziato una
somma di denaro per l’acquisto di bus elettrici che andranno a sostituire bus a metano. Ci hanno
infatti spiegato che la maggior parte di questi progetti in ambito pubblico possono essere attuati
grazie a un auto finanziamento da parte di GTT in aggiunta a uno stanziamento della regione o
dell’unione europea.
Dopo aver posto tutte le domande che avevamo preparato in precedenza, poiché avevamo ancora
tempo a disposizione, abbiamo cercato di soddisfare qualche altra curiosità e infine, dopo circa
quaranta minuti di intervista, siamo stati gentilmente accompagnati dal signor Reggi a visitare il
parco automezzi per scattare qualche foto agli ecobus… ma con nostra sorpresa non ce n’era
nemmeno uno! Certamente saranno stati tutti in circolazione, a dimostrazione di quanto detto
dall’ingegner Sasia sul fatto che si stia cercando di incrementarne l’utilizzo.
L’unico commento che mi sento di fare riguardo a questa giornata è che non avrei mai creduto
fosse possibile mettersi in contatto con un’azienda tanto importante e ricevere anche la possibilità
di fare un intervista. Credo che tutti siano stati molto aperti e disponibili e ci abbiano fatto
cambiare opinione rispetto a quando abbiamo iniziato il progetto.